Come molti di noi si saranno accorti, in queste ultime settimane le città sono arredate da interminabili file di lamiera che anziché ospitare manifesti elettorali mettono in mostra la ruggine figlia di un tempo che fu. Per la prima volta dal 1946, infatti nelle nostre vie si vedono pochissime affissioni con faccioni e slogan ammiccanti, che hanno rappresentato da sempre il cuore della propaganda politica.
Negli ultimissimi giorni qualcuno approfitterà dello spazio a disposizione ma, fino a oggi, il campo di battaglia preferito dai leader politici restano le televisioni e i social.
Questi ultimi rappresentano la vera novità trascinante: Facebook, WhatsApp e per i più giovani Instagram sono strade sempre più battute. Dopo Grillo e Renzi, che per primi hanno adoperato queste nuove strategie, pensate che anche Berlusconi, all’inizio un po’ freddino, dopo aver affittato un’imponente nave da crociera per la Campagna elettorale di qualche anno fa, adesso, oltre alle consuete ospitate in TV, si affida a messaggi audio su WhatsApp come un ragazzo qualsiasi.
A decretare il successo di questi “canali” sono diversi fattori. Innanzitutto il taglio dei rimborsi elettorali ha creato dei deficit pesanti nelle casse dei partiti che hanno dovuto trovare mezzi di comunicazione a costo zero o comunque molto economici. Se a questo si aggiunge il fatto che ormai, il pensiero comune porta a considerare molto più redditizia un’ospitata in Tv che una Piazza gremita di militanti (in quanto tali già “elettori”), non è difficile capire il perché di questa inversione di tendenza. In più stiamo vivendo in un’Epoca in cui il partito di “maggioranza” è rappresentato dagli indecisi, che verosimilmente il 4 marzo, in un senso o nell’altro, faranno da ago della bilancia.
Una situazione che inevitabilmente porta a proposte irreali e promesse quantomeno fantasiose per accaparrarsi questi voti tanto preziosi. Meglio quindi provare a portare dalla propria parte milioni di telespettatori o fruitori dei social, che incontrare qualche migliaio di sostenitori già convinti.