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La crisi nera dei colossi della GDO dell’elettronica

La crisi che sta colpendo i giganti della grande distribuzione dell’elettronica si  fa sempre più profonda. Come i piccoli negozianti, anni fa, sono stati messi in ginocchio da colossi del calibro di Trony, Mediaworld, Saturn, etc.., adesso sono proprio quest’ultimi a rischiare la stessa fine per colpa di Amazon e del commercio on line in generale. 

Ma non solo. I fattori che stanno determinando questa situazione sono molteplici: chiaramente il web è il principale ma anche la crisi in generale dei consumi, la polarizzazione del mercato italiano e l’arrivo di smartphone e tablet (che ha fatto abbassare in modo vertiginoso la richiesta di computer, macchine fotografiche e lettori mp3, ndr), hanno contribuito e non poco.

Mediamarket, il gruppo proprietario di Mediaworld e Saturn ha già chiuso diversi punti vendita, ha interrotto il contratto di solidarietà in 17 megastore per 200 dipendenti e ha soppresso il bonus presenza per il lavoro domenicale, riconoscendo come da contratto nazionale solo il 30% di extra. La fallita Dps Group, proprietaria per esempio del marchio Trony,  ha chiuso 35 negozi dal Nord al Sud con quasi 500 lavoratori lasciati a casa.

Secondo le ultime stime rilevate dal quotidiano “La Stampa”, i lavoratori a rischio complessivamente sono circa diecimila ed è chiaro che in questo contesto i sindaci delle città coinvolte stiano già iniziando a incontrare delegati, per cercare di risolvere un problema davvero complesso: Il commercio, soprattutto in determinati comparti, sta procedendo in una direzione che contempla sempre meno negozi “fisici” e, come per altri settori, si stanno mettendo in discussione i pilastri che hanno contraddistinto per parecchi anni quel mercato del lavoro. 

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