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Boom Diesel, flop elettrico (solo in Italia!)

Il mercato internazionale sta dimostrando in maniera lampante un deciso calo delle vendite delle vetture diesel: in Germania, per esempio, il totale delle immatricolazioni lungo tutto il 2017, ha registrato una diminuzione del 13% rispetto all’anno precedente che, dopo 8 anni, ha sancito anche il sorpasso delle auto a benzina.

La stessa tendenza, con numeri più o meno simili si è verificata in tutte le principali piazze. Proprio in tutte? No, a dire il vero esiste un caso assolutamente anomalo.

In Italia infatti, nonostante le dichiarazione su un imminente giro di vite, esiste un dato clamoroso che dimostra inequivocabilmente come i propulsori diesel siano ancora i più ricercati. La classifica delle nuove immatricolazioni non lascia dubbi: 56% diesel, 32% benzina, 5,8% gpl, 3,6% ibride, 2,5% metano e 0,1% elettriche. Con questi numeri risulta difficile applicare anche in Italia le normative anti-diesel, già adottate da diversi Stati, nel tentativo di diminuire le sostanze inquinanti sprigionate da questi motori.

Innanzitutto (ammesso per assurdo di non registrarne più di nuovi a partire da oggi…), per smaltire gli attuali 17 milioni di veicoli diesel, passerebbe almeno un decennio e poi, per ottenere risultati tangibili si dovrebbe da una parte disincentivare l’acquisto dei diesel, attraverso tassazioni mirate, e dall’altra favorire, grazie a degli incentivi, l’acquisto di auto alimentate in modo diverso.

Come abbiamo visto, un altro dato anomalo del mercato italiano è quello relativo alle auto elettriche. Sono tanti i motivi di questo flop: l’investimento iniziale richiesto è ancora troppo alto e, rispetto alla media europea, anche gli incentivi non sono ancora all’altezza. In più, sono ancora troppo poche le stazioni di ricarica rapida, che in Italia sono poco più di 4 mila contro le 13mila inglesi e le oltre 22mila in Germania.

Senza interventi decisi, sarà quindi difficile invertire questa controtendenza dei consumatori  italiani.

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