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Rischi 2.0: la Cybercondria

Negli ultimi anni sta prendendo decisamente piede una moda tanto sbagliata quanto pericolosa. Stiamo parlando delle diagnosi fai-da-te su internet che il 97% delle persone che possiede un computer o uno smartphone abitualmente fa.Il questionario è stato sottoposto a un campione di 250 persone e non ha fatto altro che confermare questa cattivissima abitudine. 

Affidarsi a internet, per queste curiosità, è una scelta sbagliata per  diversi motivi. Innanzitutto le diagnosi on line sono per lo più fondate su inesattezze, o quantomeno informazioni irrilevanti, che possono portare a trattamenti erronei con conseguenti danni per la salute. Un altro fattore di rischio è la cosiddetta cybercondria che porta con se un carico d’ansia a volte difficile da gestire.

Ma quali sono le malattie maggiormente prese in esame dagli internauti? Le prime dieci sono , nell’ordine: Menopausa, artrosi, acne, cisti, alopecia, protesi, cefalea, scogliosi, obesità e verruche. Mentre, più in generale le ricerche coinvolgono prima di tutto i sintomi (75,9%), poi le patologie (73,%), i farmaci  (67,6%) e poi tutte le informazioni relative gli esami e le interpretazioni dei referti.

Un’ulteriore ricerca condotta dalla piattaforma MioDottore, ha indicativamente confermato questi dati (abbassando di qualche punto percentuale la quota complessiva dei naviganti, ndr), aggiungendo però che più della metà dei “ricercatori”, in realtà non riesca fidarsi di ciò che trova e che sfrutti il mezzo tecnologico esclusivamente per farsi una prima idea.

Per uscire da questa situazione, secondo il parere di molti medici illustri, bisognerebbe ritornare a creare una fiducia più estesa nel rapporto medico-paziente, portando i dottori a concentrarsi di più sul malato che sulla malattia.

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